A quei tempi distribuire questi dolci dorati, durante la festa del solstizio d'inverno, era di buon auspicio per il ritorno del sole.
Infatti è impreziosito da un sottile strato costituito da una crosta dorata che dona al dolce la sua tipica brillantezza.
Il tipico pangiallo romano, ha subito numerose trasformazioni durante i secoli. Tradizionalmente il pangiallo veniva ottenuto tramite l'impasto di frutta secca, miele e cedro candito, il quale veniva in seguito sottoposto a cottura e ricoperto da uno strato di pastella d'uovo.
Fino a tempi molto recenti nella preparazione del pangiallo le massaie romane mettevano i noccioli della frutta estiva (prugne e albicocche) opportunamente essiccati e conservati, in luogo delle costose mandorle e nocciole.
Difficoltà:
minima
Tempo necessario
60 minuti
Cottura:
45 minuti
Ingredienti per 4 persone:
1 k di fichi secchi
300 g di farina
100 g di mandorle
100 g di nocciole
200 g di marmellata
1/2 bustina di lievito
Preparazione:
Tritate finemente i fichi nel frullatore, versateli in una terrina, unitevi le mandorle e le nocciole intere e legate il tutto con marmellata di vostro gusto. Lasciate riposare il composto per un'oretta e nel frattempo fate un impasto con la farina ed il lievito aiutandovi con tanta acqua quanta ne occorre.
A questo punto stendete la pasta in una sfoglia sottile e poi prendete l'impasto di fichi e ricavatene dei piccoli panini rotondi un po' schiacciati.
Rivestite ognuno di questi panini con un pezzo di pasta, allineateli sulla placca del forno unta ed infarinata e cuoceteli a temperatura alta per circa 45 minuti, fino a che risulteranno di un bel colore dorato.
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