Nel Centro-Sud, il termine "cozza" ha assunto recentemente un'accezione gergale e metaforica, di probabile provenienza romanesca, connotante una donna o ragazza decisamente brutta.
In Campania, in particolare a Napoli, il termine "cozza" viene anche usato per connotare una donna di bassa cultura, rivelata dal particolare utilizzo di gergo troppo semplice e ricco di accenti tonici errati (Computér invece di Compùter). Sinonimi piu' arcaici dello stesso nome sono Vaiassa, Vasciaiola e Vastasa.
Il corrispettivo maschile, però, non è cozzo, ma cuozzo, che indica invece il comune contadino Ad Ancona, alle pendici del Monte Conero, il mitilo viene chiamato mosciolo.
Il mosciolo selvatico di Portonovo cresce tra il quartiere di Pietralacroce e la spiaggia dei Sassi Neri di Sirolo ed è considerato un presidio di bio-sociodiversità dal Comune e dalla Provincia di Ancona.
Il guscio del mosciolo è caratterizzato da uno spesso strato di concrezioni ed è tradizione degli anconetani raccoglierlo sul fondale "facendo i fiati", ovvero in apnea.
Il sapore del mosciolo è più intenso di quello dei mitili d'allevamento.
Avviene di sovente che la pesca venga sospesa a causa della presenza di tossine determinate da microalghe.
Alla Spezia il termine locale per indicare i mitili è "muscoli".
Nel golfo spezzino la coltivazione di detti molluschi risale alla fine del 1800, ovvero alla costruzione dell'arsenale ed alla conseguente introduzione di tale coltivazione da parte di immigrati dalla Puglia.
In tutta la Sicilia le cozze vengono chiamate "Cozzole di Messina";
anche se effettivamente questo nome specificherebbe semplicemente i mitile proveninenti dagli allevamenti situati in prossimità dello stretto (orientativamente caratterizzati da un sapore più deciso rispetto a quelli delle altre zone) il senso di questa definizione si è poi allargato facendo sì che con la parola "cozzola" si possano intendere vari tipi di mitili e con "cozzola di messina" le cozze vere e proprie.
Nei dialetti veneti il mitilo viene chiamata peocio o pedocio.
Nel dialetto di Comacchio le cozze vengono chiamate "Denti di vecchia"
Difficoltà:
media
Tempo necessario:
20 minuti
Cottura:
12 minuti
Ingredienti per 4 persone:
cozze 2 chili
aglio 2 spicchi
prezzemolo 4 rametti
limone 1 ( solo succo )
olio di oliva 4 cucchiai ( 40 ml )
pepe 2 spolverate
Preparazione:
Gli ingredienti:
- Staccate le cozze le une dalle altre, eliminate i filamenti che sporgono dai gusci tirando forte.
- Sfregate bene i gusci dei molluschi con uno spazzolino o con la lama di un coltello e lavateli sotto l'acqua corrente.
- Per eliminare la sabbia interna alle conchiglie, lasciatele 2 ore in una bacinella con acqua e sale, usate 1 cucchiaio ogni litro di acqua.
- Sbucciate gli spicchi d'aglio e schiacciateli.
- Staccate le foglie dai rametti di prezzemolo, lavatele, asciugatele, tritatele grossolanamente con un coltello.
- Scaldate 2 cucchiai di olio in un largo tegame.
- Aggiungete uno spicchio d'aglio e rosolatelo 1 minuto a fuoco basso.
- Mettete le cozze nel tegame, coprite con un coperchio e lasciate cuocere 8 minuti a fuoco alto scuotendo di tanto in tanto la padella.
- Le cozze devono essersi aperte tutte: scartate quelle chiuse non sono buone.
- Spegnete il fuoco, togliete le cozze dal tegame con un mestolo forato.
- Filtrate il fondo di cottura con un colino a maglie fitte.
- Ripetete l'operazione più volte. Se non avete il colino, potete utilizzare un tovagliolo oppure un pezzo di garza.
- Scaldate l'olio rimasto in una capace padella.
- Rosolate l'aglio rimasto 1 minuto senza farlo annerire.
- Eliminatelo e mettete nel tegame le cozze aperte, versate il succo di limone e spolverizzate con il pepe.
- Insaporite 2 minuti a fuoco medio.
- Trasferite su piatto da portata le cozze.
- Irroratele con il fondo di cottura.
- Cospargete con il prezzemolo tritato.
- Servite le cozze ben calde.
Servite con un Cabernet
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