Queste mucche vengono allevate allo stato brado, quasi come fossero pecore, pascolando nella macchia mediterranea fino alle steppe appenniniche in luoghi ricchi di arbusti e piantine di sottobosco.
La presenza di piante aromatiche nella zona dove si è nutrito l'animale caratterizza le sue note aromatiche e i suoi profumi, tanto che, a titolo esemplificativo, in primavera esso assume un caratteristico colore rosato dovuto alle fragoline di bosco ingerite dalle bestie.
Tipico di tutte le regioni che formavano il Regno delle Due Sicilie, ebbe una tale fama, da ispirare anche modi di dire popolari, come ad esempio "far la fine del caciocavallo", in analogia alla sua forma strozzata da una corda nella parte alta.
Le varietà più conosciute sono quelle del caciocavallo Silano, del caciocavallo siciliano, che a sua volta può essere caciocavallo Ragusano o caciocavallo di Godrano, e del caciocavallo podolico.
Il curioso nome di questo piatto fa riferimento a una leggenda secondo cui un argentiere, essendosi trovato improvvisamente in miseria e non potendo più acquistare la carne, si ingegnò a creare questa gustosissima ricetta semplicemente a base di formaggio.
Difficoltà:
minima
Tempo necessario
10 minuti
Cottura:
5 minuti
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di caciocavallo da 120 g ciascuna
4 spicchi d'aglio
1 pizzico di origano
aceto
olio extravergine di oliva
Preparazione:
In una padella fate soffriggere l'aglio a fettine nell'olio, fino a dorarlo leggermente;
aggiungete le fette di formaggio e fate imbiondire accuratamente da ambedue le parti.
Ponete il formaggio, scolato dal fondo di cottura, su un piatto caldo e unite origano, sale e pepe.
Spruzzate quindi l'olio di cottura del formaggio con un po' di aceto, fatelo ridurre della metà a fuoco vivo e quindi versatelo sul formaggio.
Servite ben caldo.
Vino consigliato:
Cerasuolo di Vittoria
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