Il contraltare di questa opinione popolare è che la cucina romana tradizionale, quella del popolo, è fondata su piatti abbastanza poveri e spesso sbrigativi, possibilmente abbondanti e fortemente apportatori di colesterolo, ma assai saporiti.
La trippa è una frattaglia, più precisamente è costituita dalle diverse parti dello stomaco del bovino (e non, come molti ritengono, dall'intestino).
La trippa costituisce un alimento tradizionale di molte regioni d'Italia.
In particolare a Milano la busecca (come viene denominata in milanese) è considerata talmente emblematica della milanesità che l'epiteto busecconi ("mangia-trippa") è divenuto una denominazione (scherzosa) dei Milanesi stessi.
Il famoso detto romano "nun c'è trippa pe' gatti" è stato coniato verso i primi del '900 dal primo cittadino dell'epoca Ernesto Nathan, allorchè si accingeva a eliminare dal bilancio delle spese di Roma una voce di spesa per il mantenimento di una colonia di felini randagi.
Difficoltà:
media
Tempo necessario
15 minuti
Cottura:
90 minuti
Ingredienti per 4 persone:
1 kg di trippa già cotta
1 cipolla
1 costola di sedano
1 carota
80 g di strutto
80 g di pecorino grattugiato
400 g di pomodori pelati
1/2 bicchiere di vino bianco
4 foglioline di menta
sale
Preparazione:
Sciacquate la trippa un paio di volte, poi lessatela in acqua salata aggiungendo il sedano, la carota e mezza cipolla a pezzettini.
Intanto, a parte, fate soffriggere l'altra mezza cipolla nello strutto e poi unitevi i pomodori pelati con un pizzico di sale e fate cuocere dolcemente.
Quando la trippa risulterà ben tenera, scolatela ed unitela al sughetto, facendola insaporire per una decina di minuti, mescolando spesso, poi unite le foglioline di menta e spegnete.
Servite con pecorino grattugiato a parte.
Vino consigliato:
Servite con un Montepulciano rosso.
1 Commento:
DEVE ESERE OTTIMA ,LA METTERO' IN ATTO